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Pocapocalisse

by LAGHETTO

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1.
AVRIL LAVIGNE Non dirmi cosa dire, non dirmi cosa fare, non farmi cosa dire, Non farmi dire cose che sian foriere di analessi disattese. il piano quinquennale non e' mica fallito, non e' neanche partito. e io non so se quel che dico e' solo superficie o qualcosa di piu', quello che si puo'dire, quello che si puo' urlare e' solo l'urletto whoooa! sono solo un giullare col viso ormai segnato, son delegittimato e dico cose senza senso, non chiedermi se penso, sono soltanto un folle, un gioco di parole che dice la verita'. soffocare l'espressione personale limitandoci a fare quello che ci viene detto: lavorae stai zitto, moltiplica il profitto e tanti auguri di una vita felice e produttiva. evviva: siamo tutti inquadrati in quella societa' che abbiamo fatto finta di mettere in discussione.. anche io mi sono chiesto se ho vinto oppure ho perso ma noi non abbiamo partecipato. La massa e' pirla: Non seguirla.
2.
IL CONGUAGLIO ecco. Mi dissero qualcosa. Ma io non c'ero, stavo evaporando, e poi di quando in quando, la testa fra le mani, strapparsi i denti a mordere gli asciugamani. ecco che mi dicevano di desiderare ma non sapevano che avrei divorato tutto, io sono l'angolo supplementare. Ho divorato i sogni e poi sputato l'osso, e vagando nel buio mi appigliavo alle ombre, ma intorno c'era solo ghiaccio crudo e grumi di carne con le bandierine della norvegia sopra ereditati nascendo, ma corrosi da un continuo passaggio di stato. Spruzzarsi l'arancio nelle ferite. Spruzzarsi l'arancio negli occhi e nelle ferite. ho combattuto la forza di gravita'. L'avrei anche sconfitta, ma poi mi ha risucchiato il vuoto, che' il vuoto non si da' in natura ma nel mio stomaco si da' eccome, perche la bellezza e' un veleno che ti strappa il cuore. Ora accarezza il fondo, inspira questo vuoto, avverti la nota stonare. La velocita di fuga e' quella della luce, ascolta la nota stonata che accompagna me. Vengo risucchiato dall'orizzonte degli eventi, ascolta la nota stonata che accompagna me. In quel momento che sfugge al mio controllo, in quel momento asincrono per definizione, mi son seduto ed ho atteso il conguaglio, che arrivera' un giorno troppo lontano, essendo tuttora in vigore quello che noi chiamiamo il paradosso di zenone..
3.
LEBBRA IS THE REASON Cara oriana fallaci, la presente missiva del ns. complessino per testimoniare quanto ti apprezziamo e ti stimiamo grandemente, simpatica giocherellona [brutta nazista di merda, devi morire] perche' nonostante il fatto che tu abbia un solo neurone come i calamari, sei autrice di grandi opere della letteratura contemporanea quali 'lettera ad un bambino mai nato' [ma era meglio se non nascevi te, ti venisse la pellagra] e nonostante la demenza senile sei riuscita a scrivere capolavori quali 'oriana fallaci intervista se stessa' [testa di cazzo. chi ti credi di essere] ed e' quindi con grande affetto che ti diciamo [che è alla gente come te che gli deve venire lo tsunami] ehi ma qui non si riesce mai ad esprimersi bene, noi esprimiamo solidarieta' al cancro che ti divora il cervello. ieri dopo aver letto il tuo libro, in preda all'ira ho sperato che ti venisse la lebbra. ieri ero ubriaco ma oggi confermo. lebbra pellagra scabbia, analessi polmonari, narici ad estuario, ossimori improvvisi, bufali intestinali, pitture vascolari, piramidi di paura, gibbo manifesto. bolo incendiario, chiasmo bronchiale, bolle papali labbro leporino. gotta, osmosi, ebola, vuoto cosmico, propellente anti squali, grappolo di gualtiero. denti inutili sparsi per il corpo, deflagrazione degli organi interni, organi inutili usati come denti, scelte errate al posto delle ossa. squarci in testa col ph neutro, enfiteusi di modesta origine, ricottata di materia grigia, pier luigi diaco.
4.
HEY:YEH (PALINDROME SONG) In giapponese l’espressione palindroma ura aru significa “l’inverso esiste” - non si possono vedere bene le cose del mondo se non le si guarda alla rovescia e d’altronde da che mondo e’ mondo il rovescio e’ il verso del diavolo. I ragazzi autistici spesso riescono a parlare al rovescio per un fenomeno di opposizione psicologica e lingusitica, e questo e’ da sempre classificato come anormalita’, e devianza, perche’ invertire l’ordine del mondo e’ sovvertirlo, salvo poi scoprire che il mondo alla rovescia e’ identico allo status quo che si pensava di sovvertire. Questo e’ il palindromo, scoprire i due volti del mondo e trovarci qualcosa di magico e rivelatore. Insomma, Live è Evil. -O mordo tua nuora o aro un autodromo- O sole giallo, ma lo so, l’ossesso- lo so, la mollai geloso. È dio lo gnomo mongoloide.
5.
AMARITUDINIS (Il Mostro) I Movimento ADAGIO LENTO. PRELUDIO CON PIPA IN SALSA AGRODOLCE E CAZZI VARI - strumentale -
6.
AMARITUDINIS (Il Mostro) II MOVIMENTO ANDANTE DERIVATIVO TAMARRO CON MOTO, SUPERATO, MA NON TROPPO Finché balleremo sarà tutto uguale domani, finché muoveremo i culi invece di fare cose con le mani. Impossibile non muoversi davanti alla stasi in movimento. Impossibile restare fermi. Incongruo lasciarsi abituare, impossibile stabilire una connessione fra la possibilita’ di una rivoluzione e la situazione attuale intrisa di accettazione. Com’è possibile assuefarsi piano piano a cio’ che dovrebbe essere combattuto ogni giorno? Com’è possibile lasciare stare e vendere how to clean everything per pagare la sarta che stringe i vestiti? Invece di combattere ogni giorno, solo perché ogni giorno ce n’e’ una peggiore del giorno prima.
7.
AMARITUDINIS (Il Mostro) III Movimento ALLEGRO MENUETTO VIVACE ASSAI, PRESTO, SMODATO CON TRUPATRUPA ma per fortuna c'e' qualcuno che non si e' lasciato assuefare, e per fortuna io ho ancora un senso estetico, ma la par construens la lascio a qualcun altro... mi limito a guidare l'estrema frangia che intende infrangere le frange. la distruzione e' la fase principale del cambiamento: anche il nichilismo e' un arte e ci vuole talento. la mia parte distruttiva e' la mia parte peggiore, la mia parte distruttiva ha troppo ragione. io sono il peggiore ma mi voglio bene e non voglio sapere piu' niente. la mia parte distruttiva e' la mia parte peggiore, la mia parte peggiore e' la mia parte migliore. MA A TE CHE TI FREGA? TANTO IL TESTO NON CONTA PIU' UN CAZZO, IL TESTO DI UNA CANZONE NON CONTA PIU' UN CAZZO. MA A TE CHE TI FREGA? TANTO PUOI SEMPRE CHIAMARLO UN FOTTUTO NONSENSE.
8.
AMARITUDINIS (Il Mostro) IV Movimento POCO ALLEGRO, FINALE GRAVE ASSAI A FUOCO MODERATO.. EH.SI -strumentale-
9.
PER UN'ESTINZIONE UMANA ECO-SOSTENIBILE non e vero che sono cattivo come dici, appartengo solamente alla razza umana, e mi sono mangiato un pezzo della coscia, e non era niente male, niente male. ho dedotto che la mia fine e' il mio principio, prova ne e' il fatto che ognunque io utilizzi spessamente congiunzioni articolate e altri avverbi a caso tipo stupendevolmente [come dice carmen consoli] attraverso i quali mostro scaltritudine [intelligenza] con cui illustrero la nuova missione, la mia soluzione, per un'estinzione della popolazione Mi mangio le unghie, mi mangio le mani, mi mangio gli occhi e la cassa toracica. Non consumero' piu niente che non sia me stesso Per cacciare le ossessioni mi divoro gli organi, per cercare di sparire consumero' la presenza fisica, per distruggere il rimorso mi sono morso le mani e poi un polso ed ho affondato fino all'osso Non consumero' piu niente che non sia me stesso E mentre pratico questo divertissement dell'autoantropofagia, e mentre autosuicido il mio corpo col cannibalismo di me stesso riconosco in esso l'inequivocabile soluzione finale alla seguente lista di problemi del mondo che vado ad enunciare: l autosufficienza - la sovrappopolazione - l'esaurimento nervoso e delle risorse denergia - la lotta al consumismo - la polluzione - l'uomo fa cagare e dobbiam mandarlo via da questo mondo. L'estinzione umana e' dunque l'unico traguardo. non consumero' piu' niente che non mi appartenga, non distruggero' piu' niente che non sia me stesso Per chi gia' si consuma ogni giorno , per chi si sfinisce ogni giorno in pasto a se stesso. Consumarsi ogni giorno per finirsi e per sfinirsi, digerire il proprio corpo e smaltirlo ecocompatibilmente. Perche mi sono insostenibile, perché non ce la faccio più Mi mordo le mani, mi mangio i gomiti, ingoio il mio collo e poi non ci sono più.
10.
ROBI DAL BOSCO LIBERO Robi Dal Bosco, mi sa che hai sprecato l'opportunità della vita, due gradi di astigmatismo e eper noi è finita... Robi Dal Bosco Libero. E' vero.... e prova ad aggiustare la mira. Sai cosa ti dico, la prossima volta tiragli pure il flash e la minolta, Robi Dal Bosco Libero. Ma perché quando ce n'è bisogno non c'è mai un'alabarda a disposizione?
11.
Piovo 05:01
PIOVO Come bruciare quello che ti passa intorno in tre mosse provandene poi il rimorso: non è difficile, sai, perchè basta seguire i miei passi: io potrei tenere un corso. Come frignare in modo perverso su quello che hai perso, incazzarsi con l’universo. Non ho bisogno del dottore. Non ho bisogno di curarmi dalla mia schizzofrenia. Anzi si. E non è vero, che soffro di disturbi della personalita’, anzi si, no. È la verita’ Scriverò il mio nome sulla tua tomba: diventerebbe la tua. Il tuo dio ti ha lasciato ed io sono il suo supplente. E con questo? Mi perdonerò uno sfogo privo di senno... Piovo [piovro] latte versato [enorme] su un coccodrillo, lacrime amare [che suona le campane] sopra di me: latte che piange [poi mi scorge, si erge] dentro il ginocchio, volto la carta e non so perchè. [Ed emette il suo verso] è il verso del coccodrillo [ma non vuole] che mescola il latte [spolparmi] e poi versa piano [lacrime che incrementano il mare] lacrime, che piovono in terra e annegano il cuore. Sono in ginocchio verso di te [punta un tentacolo verso di te]. Io verso in uno stato pietoso e ho il latte alle ginocchia, le ginocchia versano [corpo di mille balene!] E giacomo guarda verso di me, ma le mie corde sono troppo tese, si rompono e tagliano la faccia, il coccodrillo versa latte nella pioggia: è perverso, ma è un verso che ho scritto per te (o’ poeta) Piovo [piovro] sangue allinverso [ferito furente] che versa latte nel mio ginocchio: [fossi in te] mi preoccuperei... C’era la neve, qui c’è la pioggia, [ma tu invece volti le spalle] io sto annegando [chiami il mio nome, do] veccazzosei? [Sono qua, morente] ormai ci ho il latte alle ginocchia, ma è [gia è pronto] un coccodrillo che morde i polpacci, anzi è diverso, palpa i mordaci, [mi piange, le budella le cervella] sono fuori di me. Ricordo, c’era la neve, tu grondavi, i miei capelli grondano [non avevi capito il senso?] Ma non sono piu le stesse gocce, [piove sangue] il ghiaccio si è sciolto ed ha allagato il ginocchio, anzi no ha allagato il cuore. Che cazzo è? Una canzone d’amore? Ho un ombrello nel culo che si apre da sè.

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released April 23, 2005

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